Gli ascensori per disabili sono la soluzione perfetta per offrire una mobilità libera e sicura a chi ha problemi di disabilità motoria. Questi impianti sono pensati per accogliere in modo adeguato tutti coloro che hanno problemi di mobilità e hanno bisogno di funzioni specifiche.
Per garantire l’accessibilità e la mobilità, dentro e fuori casa, Everest offre una vasta gamma di ascensori per disabili, in grado di adattarsi sia agli spazi abitativi più piccoli sia agli ambienti pubblici più ampi. Tutti gli impianti di Everest rispondono alle normative vigenti in Europa e in Italia, con un’attenzione particolare alla sicurezza e all’efficienza.
Gli ascensori per disabili possono variare per specifiche tecniche e per funzionamento, che può essere oleodinamico o elettrico. Per essere sicuri di scegliere l’impianto giusto, Everest consiglia di fare alcuni valutazioni che riguardano:
Gli ascensori per disabili oleodinamici si muovono con una spinta generata da un pistone che agisce attraverso la sollecitazione con una pompa idraulica a olio di tipo fluido. Il motore elettrico, invece, permette di generare la pressione necessaria in una fase ascendente, mentre utilizza la forza di gravità per la fase discendente.
L’ascensore elettrico ha diversi vantaggi: l’economicità, la semplicità d’installazione, il consumo contenuto di energia, la garanzia di prestazioni ottimali e l’indispensabile comfort.
Everest è disponibile a fare sopralluoghi per la verifica delle possibili e più convenienti soluzioni con annesso uno specifico preventivo di spesa che prevede anche i tempi di realizzazione. Tutto nel massimo della trasparenza verso il cliente.
Un altro fattore fondamentale da tenere in considerazione è la dimensione, che cambia a seconda del luogo in cui l’impianto dev’essere costruito. Gli ascensori per disabili su nuove costruzioni devono avere delle cabine con una profondità minima tra 130 e 150 cm e 100 – 130 cm di larghezza, a seconda delle caratteristiche dello stabile. Le porte invece hanno bisogno di un’apertura minima di 80/90 cm di luce. Lo spazio antistante dell’uscita della cabina dev’essere di 150 cm per 150 cm.
Invece, nel caso in cui l’ascensore per disabili venga installato all’interno di una casa esistente, le misure devono essere inferiori. 120 cm di profondità, 80 cm di larghezza e una luce netta della porta di almeno 75 cm con spazio libero antistante di 140×140 cm.
Il vano corsa di una piattaforma elevatrice per disabili prevede delle dimensioni minime pari a 0,80 x 1,20 m. La porta deve avere una luce netta pari a 75 cm e dev’essere posta nella zona del lato corto della cabina. Per quanto riguarda l’ampiezza della scala, questa richiede una larghezza pari a 120 cm.
La maggior parte delle volte, quando si effettua un intervento su un edificio preesistente è possibile comunque trovare delle soluzioni idonee che soddisfino al massimo le esigenze di sicurezza, comfort e accessibilità.
In un condominio, l’ascensore per disabili può essere installato sia internamente che esternamente, con una struttura autoportante, a seconda dello spazio disponibile. Prima di procedere con l’installazione è necessario fare un sopralluogo e definire le necessità degli utenti e le possibilità di scelta tra i modelli adatti, rispettando le norme che ne regolano la sicurezza. Dal punto di vista tecnologico, la scelta di un motore con inverter può essere la scelta migliore in termini di rapporto spesa/resa.
Inoltre, la legge agevola l’installazione d’impianti con la funzione degli abbattimenti delle barriere architettoniche all’interno di edifici già esistenti, a patto che questo intervento non vada a ledere la possibilità dei condomini di usufruire di spazi comuni. L’esperienza di Everest è una garanzia di successo della soluzione d’installazione perfetta che evita discordie tra condomini.
Gli ascensori esterni e interni per disabili devono rispettare le varie normative previste dall’ordinamento italiano. In particolare deve rispondere al Decreto del Presidente della Repubblica 503/1996 che regola l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, servizi pubblici e spazi. La stessa normativa stabilisce l’obbligatorietà per gli edifici pubblici di garantire la mobilità a tutti coloro che abbiano una capacità motoria limitata, attraverso l’utilizzo di ascensori.
La legge 13 del 1989 prevede e definisce invece i contributi e i benefici economici che si possono ottenere nel momento in cui si installano degli ascensori per abbattere le barriere architettoniche. I vantaggi fiscali, infatti, prevedono una detrazione Irpef che va dal 36% fino al 50% e l’IVA al 4% anziché al 22%.
La normativa prevede che tutti gli impianti siano dotati di vano corsa e locali tecnici. La fossa del vano ascensore deve essere impermeabile, durevole, non deve favorire la formazione di polvere e deve sopportare le sollecitazioni della macchina. Questo elemento deve essere progettato ad hoc e deve rispettare un corretto dimensionamento, a seconda della tipologia di edificio al quale l’ascensore è destinato.
In particolare, la normativa per le dimensioni degli ascensori per disabili, prevede che le dimensioni del vano devono tenere conto del contesto in cui dev’essere installato. Partendo da questa differenza è necessario analizzare le fonti normative che regolamentano le dimensioni degli ascensori e del vano stesso, che in questo caso sono due:
La normativa è stata definita soprattutto in riferimento alla sicurezza e all’accessibilità dell’impianto da parte degli utenti finali. Più precisamente, le prescrizioni sono relative alle dimensioni minime del vano ascensore, con un’ampiezza minima fissata per la larghezza della porta e della cabina.